INCONTRI SULLA VIA

INCONTRI SULLA VIA

A volte capita nel nostro cammino,

sulle piste della vita,

sulla strada del nostro divenire,

noi pellegrini dell’oggi e dell’assoluto,

d’incontrarci nelle oasi presso i pozzi dell’amicizia.

Siamo soli nel nostro errare,

ma quando incontriamo l’altro seduto attorno alla mensa,

vediamo nei suoi occhi le nostre gioie e fatiche,

sentiamo nella sua voce le nostre speranze e memorie,

comprendiamo che non siamo soli nel pellegrinaggio.

Leviamo le tende, l’orizzonte ci attende,

camminando nell’unità dello spirito,

mantenendo il nostro passo solitario.

 

 

Simone Andretto

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GRIDO NEL DESERTO

GRIDO NEL DESERTO

Voce di uno che grida nel deserto,

grido non per superare le grida delle genti,

ma grido per aprire le celle dei prigionieri.

La mia voce vola sulle cime e valli,

le mie parole accarezzano piante e fiere,

segnate i sentieri per le oasi di pace,

sgomberate le vie per gli smarriti della vita.

Il mio urlo salga fino al cielo,

perché Tu ascolti il gemito di chi è nel deserto.

Dopo gli strepiti della ragione, il silenzio nell’anima,

davanti al roveto ardente.

 

Simone Andretto

 

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TU CHE SEI ORA LÌ

TU CHE SEI ORA LÌ

 

Tu che sei lì, ricordati di noi,

perché noi che siamo qui non ci ricordiamo di noi.

Tu che sei lì, indicaci la strada,

perché noi che siamo qui, ci siamo persi.

Tu che sei lì, mandaci un tuo sorriso,

perché noi che siamo qui, siamo nelle lacrime.

Tu che sei lì, donaci la tua forza,

perché noi che siamo qui, siamo pavidi.

Tu che sei lì, intercedi per noi,

perché noi che siamo qui, non guardiamo più in su.

Tu che sei lì, vienici a trovare,

perché noi che siamo qui, ora ci sentiamo più soli.

Tu che sei lì, preparaci una sedia,

perché noi che siamo qui, arriveremo lì.

 

Simone Andretto

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domenica d’estate,

DOMENICA D’ESTATE

 

domenica d’estate,

la mia città langue immobile nel caldo torrido,

deserta e sfollata dai propri abitanti,

l’afa trasforma in vapore l’aria,

l’effusione acquea,

offusca il paesaggio rendendolo irreale,

io cammino sui ciottoli roventi,

tra vie e piazze,

solo con i miei pensieri,

tra ricordi e poca memoria,

alla ricerca di me e della mia città.

Porte perdute e ora ritrovate,

strada ricomparse dall’oblio del tempo,

scorci scoperti tra angoli di muri inespressivi.

Passo dopo passo,

tra questa foschia estiva lucana,

mi appaiono come fantasmi amici e conoscenti,

dialoghi silenziosi rimeditando il nostro passato.

Ancora lì vi trovo, accoliti del bar,

di un locale ormai chiuso da tempo,

sempre a chiacchierare sul nulla per riempire il vuoto.

Ora sono pronto a raggiunger il giardino della giovinezza,

dove tu mi attendi ancora

seduta sulla nostra panchina,

dove in ritardo di un’epoca sono arrivato.

Tu, guardandomi con malinconica tristezza,

mi fai comprendere l’importanza del momento giusto,

l’amore non permette ritardi.

I tuoni all’improvviso,

mi destano dal torpore sognante,

il vento spazza via l’afa e i ricordi,

è ora di andare senza indugio,

la pioggia laverà la mia città,

finalmente riuscirò a vedere l’orizzonte chiaramente.

 

 

Simone Andretto

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LA MISSIONE

  1. LA MISSIONE

 

Inchiostro che scende dalla mia penna,

come pioggia sul campo bianco della mia pagina,

irriga le mie giornate nel tempo quotidiano,

linee blu, per tracciare l’ineffabile,

gocce d’inchiostro che rimangono sulla superficie bianca,

carta diventata pietra per la follia dei tempi.

forse dovrei con uno stilo di ferro,

per incidere nella roccia dell’indifferenza e dell’ignoranza,

come i nostri antenati che graffiavano le grotte,

quando la scrittura non esisteva e le parole nascevano.

Illuminati da lucignoli fumiganti del desiderio e della speranza,

segnavano l’avvio della prosa e poesia.

Io, miseramente ma convintamente,

invitto dai costumi vuoti del presente,

traccio il solco sul foglio,

perché dal seme della parola nasca la speranza e il futuro,

nel cammino tra l’alfa e l’Omega della storia.

 

Simone Andretto

 

 

 

 

 

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FERMATI E RIMANI IN SILENZIO

 

FERMATI E RIMANI IN SILENZIO

 

Fermati e rimani in silenzio e sentirai

la terra che viaggia nell’universo,

i fiori dei tuoi vasi crescere,

il verseggiare degli animali nel giardino.

 

Fermati e rimani in silenzio e sentirai

il fruscio delle nuvole nel cielo,

il tintinnare della pioggia sui vetri,

il respiro delle tue cose.

 

Fermati e rimani in silenzio e sentirai

l’aria sussurrarti all’orecchio,

la città suonare la sua musica,

gli orologi che conversano tra loro.

 

Fermati e rimani in silenzio e sentirai

l’altro con i suoi pensieri,

la tua anima che sospira,

l’eterno che ti ascolta.

 

Simone Andretto

 

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ASPETTANDO IL NEMICO

A

ASPETTANDO IL NEMICO

Sono sulla cortina di ferro a controllare il confine,
sto nel bunker a difendere le posizioni,
pattuglio la zona per cercare il nemico.
Turno dopo turno,
tra servizi e licenze,
si succedono comandanti e commilitoni,
L’invasore è pericoloso, arriverà,
l’avversario e subdolo, piomberà,
il nemico e feroce, apparirà.
L’invasore e davanti e dietro di noi,
l’avversario è attorno e in mezzo a noi,
il nemico è dentro di noi, siamo anche noi.

Simone Andretto

 

Sono sulla cortina di ferro a controllare il confine,
sto nel bunker a difendere le posizioni,
pattuglio la zona per cercare il nemico.
Turno dopo turno,
tra servizi e licenze,
si succedono comandanti e commilitoni,
L’invasore è pericoloso, arriverà,
l’avversario e subdolo, piomberà,
il nemico e feroce, apparirà.
L’invasore e davanti e dietro di noi,
l’avversario è attorno e in mezzo a noi,
il nemico è dentro di noi, siamo anche noi.

Simone Andretto

 

 

 

Sono sulla cortina di ferro a controllare il confine,

sto nel bunker a difendere le posizioni,

pattuglio la zona per cercare il nemico.

Turno dopo turno,

tra servizi e licenze,

si succedono comandanti e commilitoni,

L’invasore è pericoloso, arriverà,

l’avversario e subdolo, piomberà,

il nemico e feroce, apparirà.

L’invasore e davanti e dietro di noi,

l’avversario è attorno e in mezzo a noi,

il nemico è dentro di noi, siamo anche noi.

 

Simone Andretto

 

 

 

 

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FERIE D’AUGUSTO

FERIE D’AUGUSTO

 

Tra l’Assunta e Augusto,

in una terra senza fede e senza storia,

perso tra la folla e perduto nei ricordi,

il ferragosto e arrivato, come sempre come al solito,

festa delle vacanze o forzata gioia.

Natale del Sole,

ricordo di città abbandonate e di serrande abbassate,

nostalgia di una Italia semplice ed ingenua,

un paese provinciale ma vero.

Quindici d’agosto,

programmi da rispettare, nella bolgia vacanziera,

concentrato d’attività per condividere sui media,

passando tra i fantasmi e gli invisibili di chi non può.

L’Assunta già guarda alla Natività,

tra un passo di danza e un passo di fila

, il Sole cede il passo alla notte nella fila dei mesi,

aspettiamo il prossimo anno, sperando che sia migliore,

rincorrendo sempre le stesse abitudini.

 

Simone Andretto

 

 

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MESSAGGIO IN BOTTIGLIA

MESSAGGIO IN BOTTIGLIA

 

Getto questa bottiglia,

nel mare in tempesta della storia,

membro di questo equipaggio,

imbarcato sulla nave chiamata terra.

Chi la raccoglierà,

aprendola, sentirete il mio respiro,

respiro di una creatura,

sospiro verso il cielo,

che vi chiede di fermarvi.

Sostate a contemplare,

sulle ragioni dell’affondamento,

di questa nave chiamata mondo.

Sia vostro monito e insegnamento,

ma non abbiate compassioni di noi,

perché anche noi fummo responsabili.

 

Simone Andretto

 

 

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GITA A MANTOVA

GITA A MANTOVA

 

Dolci e quiete acque,

vapore acqueo che s’innalza verso l’alto,

pensieri di ninfe e sirene tra le canne palustri,

saturano l’aria e la terra,

trasformando il paesaggio in misteriosa attesa.

Sipario grigio,

che a poco a poco lascia prima intravedere,

poi manifestarsi all’’esploratore curioso,

come perla dal suo mare, Mantova.

La promessa di bellezza,

custodita dalle porte e masti antichi,

si concede con ritrosia tra i muri e le stradine antiche,

dama rinascimentale al tenace spasimante,

fino ad arrivare al suo cuore Sordello all’ignavia.

Tra Longino che sorveglia le Sacre reliquie

E il palazzo che conserva i Gonzaga,

voci e sussurri

volano tra le vie e piazze,

scompigliando le pagine e i pensieri

degli autori giovani e antichi.

Virgilio sull’uovo sta brigando magie,

Rigoletto stupito da tanta concorrenza italica,

mentre Nuvolari perde perfino la sua ombra,

il padano desco, tra i tortelli e gli Agnolini

fanno trovare la concordia sublime.

Dalla tavola alle tavole del Bibbiena,

passando dal rotondo Lorenxo agli sposi di Giorgio,

fino ad arrivare all’alcova del Te

dei marchesi duchi Gonzaghesi.

Il rosso fuoco del Sole cadente

Riflesso sulle onde immobili dei laghi difensivi

Lascia il posto al cielo stellato

Ad illuminare il Belfiore di Mantova.

 

Simone Andretto

 

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